Avevo letto le rivelazioni sulla loggia Ungheria pubblicate dal Fatto Quotidiano e ho letto con attenzione e interesse le riflessioni del vostro giornalista pubblicate oggi.
Contrariamente a quanto si possa pensare non sto festeggiando o esultando perché la dott.ssa De Nictolis, presidente del CGA e protagonista del “salvataggio” delle elezioni di Siracusa nonostante la scomparsa di quasi 5.000 voti, risulta coinvolta ai piani alti del “Sistema Siracusa” o perché il principale referente politico del sistema Siracusa era un esponente di primo livello del PD come l’on. Lotti, con solidi agganci nella realtà politica di Siracusa.
Provo amarezza, e se possibile anche stanchezza, per lo stato pietoso della sensibilità democratica in Italia in generale, ma più specificamente in Sicilia e a Siracusa.
Premetto, doverosamente, che tutte le affermazioni sulla loggia Ungheria contenute nei verbali pubblicati non possono certo presumersi vere ma devono essere verificate e riscontrate nelle sedi opportune. Così come devono esserle quelle, in parte coincidenti, del dott. Palamara che, in un suo libro, ha descritto dall’interno quei meccanismi.
Ciò che è certo è che un partito politico, il PD, o quanto meno uno o, meglio, due suoi esponenti di primissimo piano abbiano influenzato in Italia i procedimenti di nomina delle alte cariche giudiziarie.
Questo è un fatto certo che ha comportato le dimissioni prima e la sospensione dalle funzioni giudiziarie, poi, dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura disponibili a concordare le nomine con il PD
Che ciò sia avvenuto per soddisfare brame di potere dei “fratelli” ( e delle “sorelle”) della Loggia Ungheria, che sia avvenuto per avere in cambio coperture giudiziarie per gli esponenti del PD ovvero per entrambi i motivi o, al limite, per nessun motivo diverso dal piacere dell’esercizio del potere illegale saranno gli organi istituzionali deputati a tali accertamenti a doverlo stabilire.
Ciò che è certo è che ad essere stata attaccata, e in parte demolite, è l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, uno dei pilastri fondanti qualsiasi democrazia occidentale moderna che tale non può definirsi quando il potere politico ha la capacità di condizionare quello giudiziario.
Di fronte a questo gravissimo scenario nel quale non è esagerato cogliere un attacco, seppur non violento, al cuore della Costituzione, la reazione istituzionale e sociale è stata più che blanda: alle dimissioni dei membri del CSM e alla loro breve sospensione dalla funzione ha fatto da controaltare la lotta interna alla magistratura di Milano tra chi voleva indagare sulla loggia Ungheria e chi voleva insabbiare le indagini, il silenzio sulle indagini svolte alla Procura di Perugia, dove sono giunte alla fine del loro girovagare e, soprattutto, il mantenimento dei pieni poteri e dell’autorevolezza dei singoli deputati protagonisti della vicenda e del partito di loro appartenenza.
Tranne poche e isolate voci, spesso timorose, la tanto decantata società civile si è girata dall’altra parte, come se la questione non la riguardasse.
Per quanto riguarda la Sicilia e Siracusa le cose, nel nostro piccolo, non vanno meglio.
Voglio, però, premettere che a mio avviso non può dubitarsi che il Sindaco Garozzo abbia posto in essere, insieme a pochissimi altri della sua Giunta e della sua maggioranza, una coraggiosa e forte azione di contrasto contro l’aggressione lanciata al Comune dai protagonisti del Sistema Siracusa. La sua vicinanza politica all’on. Lotti non mi fa cambiare opinione sull’operato positivo, pur se solo in questo specifico ambito, del quale gli si deve dare atto.
Ritengo sia certamente giusto e doveroso segnalare che la dott.ssa De Nictolis è stata accusata di far parte della loggia Ungheria, che ha diretto il gabinetto del Ministro del PD Orlando, e gode quindi della fiducia e dell’apprezzamento di quel partito; è anche giusto ricordare che è lo stesso magistrato che ha sospeso in 24 ore la sentenza di annullamento delle elezioni al TAR sulla base di un appello proposto da un ex deputato del PD – sottosegretario alla Giustizia ai tempi in cui il Ministro era l’on. Orlando e oggi consulente dello stesso Ministro Orlando – e poi, insieme ad altri magistrati, ha accolto l’appello anche nel merito, nonostante, oggettivamente, manchino all’appello circa 5.000 voti regolarmente espressi dai cittadini e finiti in qualche anfratto dei seggi elettorali, circostanza che è stata ed è oggetto di attenzione anche da parte della Procura della Repubblica di Siracusa.
Ma questo non basta per dire che la sentenza del CGA “salvasindaco” è una sentenza illecita, la si può valutare giusta o, come la valuto io, ingiusta, ma per ritenere che un magistrato abbia commesso illeciti nell’esercizio della sua funzione ci vuole molto di più.
Il tema è che si è fatto e si continua a fare “gossip” sulla vicenda, ma nessuno si è indignato o è corso ai ripari di fronte a un’elezione nel corso della quale sono spariti 5.000 voti (quasi il 10% del totale).
Che ciò sia sufficiente o meno per annullare quella specifica elezione interessa forse solo le persone che vi hanno partecipato, ma che possano sparire 5.000 voti durante le elezioni è un fatto che, da solo, a prescindere dalle sue conseguenze giudiziarie, mina l’istituzione democratica. Ancor di più sapere che domani tutto questo potrà ripetersi nell’indifferenza di istituzioni e “società civile”. Io ho fatto il mio dovere civile: ho affrontato di tasca mia un giudizio amministrativo, ho presentato un esposto alla Procura della Repubblica e ho informato dei fatti, attraverso i media mostratisi più sensibili, i cittadini. Il risultato è assai deludente: per la magistratura amministrativa pare non essere un problema, per le istituzioni politiche, che non hanno mosso un dito neanche per sincerarsi di cosa è accaduto e adottare misure per prevenire analoghe future sparizioni, non è accaduto nulla di insolito. Né un’ispezione amministrativa della Regione o del Comune, né una proposta di variazione della legge elettorale, né una parola di sconforto da parte chi ricopre prestigiose cariche politiche: evidentemente per loro il risultato elettorale non è lo specchio della volontà elettorale ma il riflesso della capacità del più furbo o, nella migliore delle ipotesi, un capriccio del caso. Tanto da far sorgere il dubbio sconfortante che le elezioni, che non ricordo siano mai state controllate e verificate prima, sempre così si siano svolte e sempre così si svolgeranno. Per quanto riguarda la “società civile”, direi ancora peggio. Salve rarissime e lodevoli eccezioni, si passa dalla soddisfazione per la conservazione del potere a fronte “di mere irregolarità dovute alle inumane condizioni nelle quali operavano i presidenti di seggi” ( senso del ridicolo pari a zero), al rassegnato silenzio anche di coloro che hanno visto i propri voti scomparire come per magia.
E non voglio certo dimenticare la vicenda dello scioglimento del Consiglio Comunale per aver votato contro una delibera proposta dalla Giunta Municipale. L’Assemblea Regionale si è fatta carico di modificare, almeno in parte, quella legge – concepita e attuata solo in Sicilia e nessuna altra parte del mondo, regimi illiberali compresi – della quale si sono vergognati nel momento in cui sono stati posti di fronte alle sue assurde conseguenze dal coraggioso agire di un gruppo di Consiglieri Comunali che, anziché fare le solite pastette per conservare il proprio seggiolino, hanno voluto fare vedere a tutti, sulla propria pelle, quale era il vero significato di quella orrenda legge antidemocratica secondo cui un organismo democraticamente eletto non può che votare a favore delle proposte del Sindaco e della Giunta altrimenti viene sciolto d’autorità !
Anche in questo caso ho fatto, insieme ad altri colleghi, il mio dovere civico e ho chiesto l’annullamento dell’atto dispotico di scioglimento di un Consiglio Comunale, colpevole solo di non aver assecondato le volontà del Sindaco.
Non so ancora come finirà, la palla è nuovamente nel campo del CGA.
Ma anche in questo caso poco importa il risultato: è la questione di principio che non ha smosso nessuna coscienza civile e istituzionale. Nessuna voglia di approfondimento da parte delle istituzioni ( anzi il Comune di Siracusa si è costituito in giudizio per sostenere come sia sacrosanto lo scioglimento del Consiglio Comunale che ha osato non approvare una proposta del Sindaco della Giunta, quasi che il voto non fosse regolare esercizio delle prerogative democratiche degli eletti del popolo ma reato di lesa maestà), nessuna voglia di reagire da parte di quei cittadini ai quali sono stati ingiustamente sottratti i propri rappresentanti elettivi e sono rimasti privi di quella sovranità che dovrebbe spettare al popolo ma che oramai pare sotto più aspetti usurpata da poteri diversi e oligarchici.
Niente ancora neanche dalle istituzioni alle quali ci si è rivolti per avere ( o sperare di avere) giustizia su questa ulteriore nefandezza che oscura i principi democratici: solo silenzio e, quando necessario, melina.
La possibile esistenza della loggia Ungheria e l’eventuale appartenenza a essa di soggetti che hanno avuto e continuano ad avere un ruolo nelle tristi vicende della democrazia nazionale, regionale e locale, quindi, non mi esaltano, ma mi sconfortano: accentuano il senso di stanchezza nel combattere, quasi da solo, battaglie di principio che si scontrano con logiche, anche istituzionali, che quei principi calpestano per scelta e per interesse.
Per darne il senso, e per ribadire che, comunque, non ho timore dei poteri, anche quando sono gli stessi che devono dare senso compiuto a quelle battaglie, o cancellarle dalla storia ( o per essere meno retorico, dalla cronaca), voglio riportare un estratto della memoria che prima dell’estate ho indirizzato al CGA per lamentare la poca attenzione e il poco impegno a fronte di una questione che non è propria di singoli, ma è patrimonio dell’intera comunità regionale che ha interesse a lavare l’onta di aver approvato una legge oscena che esalta espressamente il potere delle oligarchie a discapito della democrazia.
Chi vuole potrà leggervi la mia stanchezza, ma anche il mio orgoglio di non chinare la testa di fronte a nulla.
“Il ricorso straordinario, con richiesta di immediata sospensione degli effetti del provvedimento di scioglimento del Consiglio Comunale è stato introdotto con atto del 10/08/2020. L’Ufficio Legislativo e Legale della Regione Siciliana ha trasmesso la richiesta del parere obbligatorio all’adito Consiglio di Giustizia Amministrativa nel dicembre dello scorso anno (il 10 dicembre 2020). I ricorrenti hanno avanzato istanza di prelievo in data 2 febbraio 2021. La prossima Adunanza alla quale è stata rinviata la decisione è fissata per il prossimo mese di luglio: a quella data sarà trascorso quasi un anno dalla richiesta cautelare, più di sei mesi dalla sua ricezione e circa un anno e mezzo dal provvedimento di scioglimento. Col riguardo dovuto all’Organo giudicante, osserviamo in maniera oggettiva, che, in materia riconducibile a quella in esame, con decreto presidenziale il medesimo Consiglio di Giustizia Amministrativa, seppur in sede giurisdizionale, fu esaminata e decisa in 24 ore, sotto la data del 10 dicembre 2019, la domanda di sospensione dell’esecutività della sentenza che disponeva l’annullamento parziale delle elezioni e la decadenza dalla carica di Sindaco e Consiglio Comunale di Siracusa.
Il decreto, com’è noto, accolse sul punto la domanda cautelare contenuta nel ricorso in appello proposto il giorno prima (il 9 dicembre) dal Sindaco della Città. Nonostante la particolare complessità della controversia (la sola sentenza impugnata era composta da 101 pagine) si ritenne in tale occasione che “nella comparazione dei contrapposti interessi va privilegiato quello alla continuità delle funzioni amministrative comunali e va pertanto provvisoriamente conservato l’assetto determinato dalle consultazioni elettorali.”
Due pesi e due misure ? La risposta al piacere di chi legge.
La risposta del CGA: l’udienza del mese di luglio non si è tenuta, probabilmente per le ferie dei magistrati assegnati al caso. Se ne riparla alla fine di settembre.