Siracusa ha fatto su scala nazionale l’ennesima pessima figura.

E tanti cavalcano l’onda del furore popolare e rivendicando loro inesistenti o inconsistenti meriti nell’inevitabile cacciata con ignominia del dott. Ficarra e nella delegittimazione dell’intera struttura sanitaria.

Mentre nelle altre città medici ed infermieri vengono attesi fuori dall’ospedale per essere accolti con gli applausi, noi prodi ed intelligenti siracusani, consideriamo i nostri sanitari dei pagliacci e degli incompetenti, perché “lo ha detto la televisione”.

Ma, per quanto prodi ed intelligenti, noi siracusani, oggi, saremo comunque obbligati, in caso di necessità, a fruire solo ed esclusivamente dei servizi sanitari locali.

Saranno quelli che oggi con tanto furore tacciamo di essere pagliacci ed incompetenti che dovranno salvarci la vita. Oggi non c’è l’aereo che possa portarci verso una sanità migliore.

Ed è inutile aspettare che, con un nuovo balletto di nomine, su Siracusa piovano immediatamente copiose quantità di laboratori, reagenti chimici, tute e mascherine o vengano modificate linee guida, nazionali e regionali, sull’uso dei tamponi che si stanno rivelando sempre più inadeguate.

Tutto continuerà come prima e pur tra enormi difficoltà – comuni a tutte le città che stanno affrontando, in Italia e nel mondo, l’emergenza epidemica – la nostra sanità deve andare avanti, sta andando avanti, e merita la nostra fiducia.

Chi ha danneggiato l’immagine della città mostrando insensibilità verso tragedie personali e ansie collettive, che meritavano e meritano partecipazione e risposta, deve pagare il conto della propria inadeguatezza.

Ma la sanità siracusana, nei suoi aspetti operativi, pur con i limiti che tutti ben conosciamo e che non risalgono certamente a ieri, non è affatto quella della quale si è voluta dare l’immagine.

Guardando con lucidità ai dati statistici, a Siracusa, nonostante sia tra le città in assoluto più esposta al contagio per il grande numero di soggetti che continuano a lavorare nel polo petrolchimico più grande d’Europa, non si è verificato alcun disastro collettivo, salve le tragedie personali delle quali tutti siamo ovviamente addolorati e per le quali risponderanno i soggetti che la magistratura, eventualmente, individuerà come responsabili.

Nessuno, ovviamente, può essere certo di quale sia stato il percorso del virus per giungere in cardiologia, al pronto soccorso, in oncologia e, pare, anche in geriatria e nessuno può di questo essere soddisfatto o non allarmato.

Si assume per certo, però, e sarebbe un fatto certamente grave, che ciò sia dovuto alla promiscuità tra pazienti positivi al virus, o comunque sospetti tali, e sanitari che operano in reparti NON COVID.

Io non credo a tale verità “rivelata” dalla televisione, idonea a creare allarme nei cittadini e sconcerto e delusione negli operatori sanitari.

In un video due medici impegnati giorno e notte in prima linea all’interno dell’ospedale ed esposti in prima persona al contagio hanno mostrato i “percorsi e gli ambienti puliti” ed illustrato le misure adottate e praticate per tenere isolati i pazienti positivi o anche solo sospetti.

Io non sono disposto, in cambio di qualche consenso o di qualche “like”, a credere che quelle persone che si espongono al contagio per proteggerci hanno mentito ( e sarebbe il caso di chiedersi il perché, dato che i primi  a piangerne le conseguenze sarebbero loro stessi ed i loro familiari) senza avere elementi solidi e concreti che non sono certamente, con tutto il rispetto, parole di persone che non so neppure se abbiano una conoscenza diretta dei fatti.

Io mi fido del dott. Capodieci e del dott. Chiaramida, e di tutti gli altri medici e infermieri che stanno lavorando in ospedale e li ringrazio per quello che fanno ogni giorno da quasi due mesi per fronteggiare l’epidemia.

Sono, insomma, sino ad una molto convincente prova contraria, dalla loro parte e non dalla parte di chi critica e giudica sommariamente, seduto comodamente in poltrona, tra le mura sicure della propria abitazione e, magari, riveste ruoli istituzionali che l’avrebbero obbligato a evidenziare molto prima le criticità che oggi lamenta a favore di telecamera ed a porvi rimedio. 

E desidero, prima di tutto, che i siracusani conservino, oggi, il diritto ad essere adeguatamente curati.

Domani valuteremo successi ed insuccessi, impegni concreti e passerelle, senza essere costretti ad assistere, nel pieno dell’epidemia, allo spettacolo che sta caratterizzando queste difficili giornate, tra, da un lato, imbarazzanti sgomitate per ottenere la prima fila davanti al patibolo di un potente di chi, sino a ieri, magari faceva la fila nella sua segreteria e, dall’altro, il consueto e squallido scarica barile di chi ha responsabilità primarie nella gestione dell’emergenza e coglie l’occasione mediatica per nascondere la propria incapacità ed i propri limiti.