La Fondazione INDA non può essere trattata, ancora una volta e come accade già per altri settori culturali di Siracusa, come un fatterello burocratico qualsiasi.
E’ un prezioso bene “comune” ( non “del Comune”, come forse qualcuno equivoca).
L’interrogazione parlamentare dell’onorevole Zappulla e la risposta fornita dal Ministro dei Beni Culturali confermano i motivi di preoccupazione che il lungo silenzio già legittimava.
Se è vero, dunque, sig. Sindaco, sig. Assessore Regionale ai Beni Culturali e sig. Ministro dei Beni Culturali che la bozza del nuovo Statuto della Fondazione è già stata predisposta e trasmessa al Comune di Siracusa il 17 novembre, tanto che il testo potrebbe già essere approvato il prossimo 4 febbraio, mettendo fine alla fase di commissariamento che attualmente impegna Pierfrancesco Pinelli, è anche vero che la città che ospita ed ama l’INDA non è stata in alcun modo coinvolta nelle scelte sulla governance di quello che è e deve restare uno dei principali fattori di identità e sviluppo culturale ed economico di Siracusa.

Ci saremmo aspettati, come minimo, che venisse resa pubblica la notizia e fatti partecipi l’intero Consiglio Comunale e la collettività tutta, in modo da aprire un dibattito ampio e ricco ed offrirne i risultati alle istituzioni che dovranno adottare la decisione.

A quali giochi ulteriori bisogna assistere prima di capire cosa riserverà il nuovo Statuto e, quindi, il futuro dell’INDA?
Ancora una volta Progetto Siracusa non può che chiedere la massima trasparenza e partecipazione su un tema fondamentale per la città.
Senza applicare in concreto tali valori le decisioni assunte a livello di vertice e nelle “segrete stanze” del potere rischiano di essere, come la cronaca recente ha più volte mostrato, profondamente sbagliate.